In Francia è tradizione bere il sidro con le crêpes il giorno della Candelora.
Si tratta di una festa derivata da usanze antichissime e non cristiane e, anche in questo caso, ha radici nei ritmi della natura, perché si celebrava il passaggio dal freddo dell’inverno al tepore della primavera.
O almeno se le condizioni meteo lo permettevano, come ci ricorda la marmotta o il proverbio della nonna…
Quando vien la Candelora de l’inverno semo fora,
ma se piove o tira vento ne l’inverno semo drento
La Candelora prende il nome dai ceri rituali utilizzati per le feste cristiane del 2 febbraio, ovvero la Presentazione di Gesù al Tempio e la Purificazione di Maria, ma a noi interessa l’aspetto più conviviale di queste celebrazioni: secondo la leggenda, ai pellegrini che si recavano a Roma in queste giornate venivano offerte dal papa frittelle, fini e tonde, cosparse di miele. Questa usanza è rimasta nelle tradizioni popolari in diverse forme, declinate da zona a zona, dalle “crespelle della Candelora” farcite in Friuli, alle “miacce” della Valsesia, ai “paradelli” valtellinesi, dalle “scrippelle ‘mbusse” salate di Teramo cotte nel brodo, alle “pettole” pugliesi.
Anche in Francia questa tradizione è diffusa, declinata nelle versioni locali di crêpes et cidre pour la Chandeleur, con le crespelle che devono essere cucinate con la mano destra, mentre con la sinistra si tiene un oggetto d’oro.
Ma, chiacchiere a parte, che si beve?
Seguiamo la geografia delle zone citate, proponendo sidri di produttori locali, che potete ritrovare sulla nostra mappa Trovasidro insieme a tanti altri:
– dal Friuli Venezia Giulia: Prima Radice, Ichi, 7%, sidro prodotto con mele locali, dalla fresca acidità, ottimo come aperitivo o a tavola, quindi anche con le crespelle salate della Candelora
– dalla Valsesia (Piemonte): Baita&Co., Sacré Cidre!, 6.6%, abbinamento a km0 per unire le miacce a questo sidro prodotto con 100% di mele antiche Ronsè, raccolte presso il Sacro Monte di Varallo
– dalla Valtellina (Lombardia): Rockin Deer, Sweet, 6%, prodotto con una miscela di mele alpine e mele inglesi, ha un’anima dolce con note speziate, ma non risulta stucchevole
– dall’Abruzzo: Melagusto, Sidro Rovere, 7%, affinato in botti di rovere, dal piacevole aroma vinoso, vanigliato e floreale; ha un gusto molto rotondo che va benissimo con le scrippelle salate abruzzesi
– dalla Puglia: Lieviteria, Bletchley Park, 6%, sidro luppolato, prodotto con mela Granny Smith, che dona una buona acidità
Tutt’altra cosa invece sono le galettes bretonnes, ma per i loro abbinamenti ti rimando a questo libro: